14 novembre 2010

ACCERTAMENTO VIOLAZIONI LIMITI DI VELOCITA’

Con l’ordinanza 28 gennaio 2010, n. 1955 la Suprema Corte civile ha reiterato il principio (cfr. Cass. Civ. n. 22816 del 2008), secondo cui in tema di accertamento della violazione di norme del Codice della Strada sui limiti di velocità mediante strumenti elettronici omologati (c.d. “autovelox”), l’accertamento delle violazioni non può essere affidato interamente a soggetti privati stabilendo, quindi, che l’assistenza tecnica delle società appaltatrici dei servizi deve limitarsi alla sole fasi di installazione ed impostazione delle apparecchiature elettroniche volte all’accertamento de quo, e non può estendersi anche alla lettura dei risultati delle rilevazioni, alla verbalizzazione e alla notifica dei verbali, pena la evidente violazione delle norme di legge che riservano i servizi di polizia stradale ai pubblici ufficiali (artt. 11 e 12 C.d.S.). Con la sentenza n. 10620 del 17 marzo 2010, anche la Cassazione penale ha ribadito in linea generale l’orientamento suddetto, specificando, ancora una volta, che l’accertamento delle violazioni (ai sensi dell’art. 11 lett. A del C.d.S.), ricade tra le attività di servizio della polizia stradale, e non è, pertanto, delegabile a terzi ed in più punta l’indice sulle finalità di questo tipo di rilevazioni delle infrazioni che dev’essere considerata esclusivamente preventiva e non repressiva o di finanziamento pubblico o lucro privato.